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Didattica e partecipazione, con il protagonismo di residenti nuovi e vecchi. Atelier Héritage è un laboratorio permanente di didattica dei beni culturali per bambini e ragazzi, avviato nella primavera del 2014, nel borgo storico del quartiere torinese di Barriera di Milano, caratterizzato dalla concentrazione di famiglie straniere e dall’età dei residenti più bassa rispetto alla media comunale. Nasce per iniziativa di persone (insieme attori e destinatari dell’iniziativa) e si autofinanzia attraverso il contributo delle famiglie che partecipano alle attività e, dal 2015, attraverso la progettazione di percorsi didattici. È ospitato gratuitamente nei Laboratori di Barriera, un’ex tipografia dismessa e rigenerata in spazio polifunzionale per iniziativa della cooperativa Sumisura. Dal 2014 Atelier Héritage ha coinvolto 800 bambini e ragazzi nelle attività di laboratorio e nella scuola estiva, 450 famiglie di oltre 10 nazionalità, 50 persone over 60.

Per bambini, famiglie, anziani. I destinatari diretti di Atelier Héritage sono bambini e ragazzi (5-13 anni) che vivono in condizioni di fragilità socio-economica, da cui consegue per loro un difficile accesso alla cultura..Il coinvolgimento di questo specifico target vede dei beneficiari “di secondo livello” nelle loro famiglie, soprattutto quelle di origine non italiana: le iniziative laboratoriali prevedono sempre una fase di restituzione e racconto in cui sono co-protagonisti i genitori. Infine, dall’autunno del 2018, sono stati avviati degli specifici laboratori per i gramps, la fascia dei residenti anziani che parimenti, anche se per ragioni diverse, risulta esclusa dei processi culturali del territorio.

I residenti, se accompagnati, possono essere protagonisti! Le esperienze maturate all’interno dei territori di Aurora e Barriera dimostrano che le famiglie residenti, in condizioni di disagio economico e fragilità sociale, se accompagnate da figure di mediazione, rispondono con entusiasmo, a iniziative di carattere sociale e culturale, all’interno del proprio quartiere. Dai dati rilevati a margine di progetti co-condotti da realtà socio-culturali del territorio, emerge come le famiglie spesso non abbiano strumenti per essere attori autonomi delle iniziative pubbliche, ma mostrino un’evidente necessità di cultura e partecipazione: sebbene resti imprescindibile la struttura dei servizi per i bisogni del quotidiano, i nuovi cittadini manifestano l’urgenza di essere supportati all’interno di un processo di conoscenza del patrimonio culturale e dello spazio urbano in cui vivono. Questo accompagnamento permette loro di condividere interessi, storie e culture di cui sono portatori, contribuendo positivamente alla definizione di un’identità urbana comune, centrata sullo spazio pubblico.

Un laboratorio creativo per conoscere città e territorio. Atelier Héritage è nato, come enuncia il sottotitolo, per essere un “laboratorio creativo per imparare a conoscere città e territorio” richiamando nel nome sia il modello degli Atelier des enfants francesi, sia la tradizione anglosassone dei Museum Learning Department, divenendo però strumento di interpretazione dello spazio urbano. Si utilizzano i linguaggi propri della didattica dei beni culturali, fuori dalle mura dei musei, radicandoli nel territorio: infatti, l’esperienza del laboratorio creativo nello spazio museale, ha, per sua natura, un carattere episodico, legato alla visita di una mostra o di una collezione permanente e, se si escludono le iniziative promosse dalle scuole, il target di bambini che fruisce di tali attività va collocato all’interno di famiglie che hanno da un lato la disponibilità economica, dall’altro l’interesse a recarsi nei luoghi della cultura. Atelier Héritage è stato concepito, invece, come una presenza nel territorio, un laboratorio permanente in cui poter svolgere, con la stessa frequenza e nella stessa fascia oraria delle attività sportive doposcuola, un graduale e costante processo di educazione patrimonio culturale, che partisse dal contesto urbano esperito quotidianamente: per questa ragione, dal 2014, sono attivi una scuola estiva nei mesi di giugno-luglio e un laboratorio settimanale da ottobre a maggio. La scuola estiva mutua, da un lato, lo schema organizzativo dei centri estivi di iniziativa pubblica (come Estate ragazzi) dall’altro la struttura metodologica delle summer school universitarie, adattando il linguaggio all’età dei fruitori. Allo stesso modo, il laboratorio settimanale è immaginato come percorso parallelo agli apprendimenti scolastici curriculari, come strumento di relazione tra partecipanti e processi culturali che nel territorio si attivano: al racconto della storia urbana, si affiancano workshop con artisti e operatori che nel quartiere promuovono iniziative.

Un’idea che cammina e si diffonde. Questo approccio è stato oggetto di interesse da parte di soggetti terzi come il Museo Ettore Fico, museo di arte contemporanea inaugurato nel 2014 in una ex fabbrica dismessa di Barriera di Milano, come il comitato promotore S-Nodi tra gli attivatori del progetto Fa Bene, e come l’Associazione Flashback, promotrice di una delle principali fiere d’Arte dell’Art Week torinese. Atelier Héritage è divenuto pertanto soggetto mediatore tra istituzione socio-culturale e territorio, attraverso la progettazione di percorsi didattici per studenti e famiglie, che, seppur con taglio diverso, individuano come fattore comune la centralità dello spazio pubblico. Inoltre, Atelier Héritage ha avviato la pubblicazione di mappe/guide dei luoghi che i bambini conoscono durante i percorsi didattici del laboratorio e della scuola estiva: nel 2016, è stata data alle stampe Barriera è casa nostra, tradotta nel 2017, grazie all’aiuto delle famiglie, in arabo, cinese, francese, inglese e romeno. Nel 2018, sono state pubblicate San Donato è casa nostra e ISTORETO è casa nostra: la prima esito dei lavori della scuola estiva aperta nell’omonimo quartiere, la seconda esito dell’adozione da parte di Atelier Héritage dell’Istituto per la Storia della Resistenza di Torino. Nel 2019, il progetto sarà esteso al quartiere Lucento e al Museo del Risorgimento: il titolo comune “è casa nostra”, oltre a citare Torino è casa nostra, di Giuseppe Culicchia, è una dichiarazione di volontà nel prendersi cura dei luoghi descritti da parte degli autori.

Chiede una quota di iscrizione, una criticità (ma non solo). L’attivazione dei partecipanti ha seguito percorsi diversificati tra laboratorio settimanale e scuola estiva: infatti, se il laboratorio, che prevede una quota a pagamento, ha visto crescere il numero degli utenti in maniera più lenta, la scuola estiva, che risponde a un’esigenza più pressante delle famiglie, ha avuto sin dalla prima edizione, nel 2014, un riscontro positivo. La criticità più evidente è stata rappresentata dalla necessità di richiedere una quota di partecipazione alle attività laboratoriali, determinata dalla mancanza di forme di finanziamento esterne: tuttavia, al pagamento dell’iscrizione consegue una maggiore responsabilizzazione degli utenti nei confronti del progetto, cui partecipano con interesse e continuità.

Il nodo della comunicazione. Va inoltre segnalato che, soprattutto nelle fasi di avvio, la comunicazione, attentamente curata negli aspetti grafici, si è rivelata poco efficace per un’utenza caratterizzata da difficoltà linguistiche e da scarsa alfabetizzazione nella lingua italiana: pertanto, si è rivisto il modello di promozione del progetto, privilegiando l’interlocuzione diretta con i genitori o richiedendo spesso la mediazione degli insegnanti delle scuole di riferimento.

Sostenibilità. Sia la scuola estiva, attualmente avviata su due quartieri, sia il laboratorio si sostengono autonomamente e permettono la retribuzione di diversi collaboratori, che vengono selezionati su specifiche competenze disciplinari nella didattica e nella valorizzazione del patrimonio culturale. A titolo volontario, collaborano al progetto una mamma, di origine romene, architetto, che conduce laboratori di lingua e cultura romena, una mamma/maestra siriana, che conduce i laboratori di lingua e cultura araba, e una maestra, dottore di ricerca in Storia del teatro, che coordina i laboratori di teatro shakespeariano: queste ore/lavoro hanno permesso la partecipazione alla scuola estiva di alcuni bambini, in particolari condizioni di svantaggio economico.

Un progetto che si estende. Il progetto è stato esportato in altri contesti territoriali, sia nell’ambito della città di Torino (dal 2017 nel quartiere San Donato e dal 2019 nella Circoscrizione 5, nei quartieri Lucento-Vallette) sia in altri comuni (nel municipio di Ostia e nel comune di Sulmona). Nel 2018, in occasione della Art week, è stato sperimentato un laboratorio per i gramps, i nonni di Barriera di Milano e di San Donato e dal 2019 sarà avviato il laboratorio Arts 4 Mums, dedicato alle mamme di origine straniera dei quartieri Barriera di Milano e Aurora. Il fattore comune di tutte le iniziative sta nella struttura dei laboratori, che prevedono sempre una fase di racconto e una fase operativa, che serve agli utenti per fissare e fare propri i contenuti acquisiti: questo approccio rende imprescindibile, da parte di chi conduce il laboratorio, una fase preliminare di studio e approfondimento.

Per approfondire: http://atelierheritage.it/