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di EMANUELA FRACASSI
* assessore alle Politiche
sociosanitarie e della casa

Ringrazio Repubblica e gli amici della Comunità San Benedetto, che ospitano questo mio intervento. Georges Tabacchi la settimana scorsa ha presentato la prima edizione della Biennale della Prossimità che si terrà a Genova dal 10 al 12 ottobre prossimo. Sono molto contenta che la nostra città ospiti questo evento, una scommessa sociale e culturale. Una grande Fiera di tutti i modi per essere l’un l’altro solidali, dei modi per fare gruppo e in questo modo risparmiare, per condividere spazi, cose, servizi, per partecipare ciascuno con le proprie risorse ad una città solidale. Non è la Fiera dell’assistenza, non ci sono aiutati e aiutanti, assistenti e assistiti, la solidarietà può essere paritaria, può essere mutualistica.

Questa è l’idea di città che vorrei, questo è il modo, secondo me l’unico che ci permette di rispondere alla crisi. Perché io non credo che la risposta sia la crescita. Non credo nella ripresa del mercato dell’auto, credo nel car sharing. Credo nel riciclo, nel riuso, nel superamento del consumismo.

Penso che anche il nostro sistema dei servizi sociali e sociosanitari possa rientrare in questa filosofia. Non si tratta di ritirarsi dai propri impegni istituzionali, dobbiamo salvaguardare gli investimenti pubblici per sostenere i cittadini più in difficoltà. Ma questo sistema di welfare sarà per sempre insufficiente, se la società continuerà a divaricare le distanze tra chi ce la fa e chi non ce la fa. Le politiche sociali devono promuovere le vicinanze, gli scambi, le comunità solidali.

I servizi sociali che ho trovato entrando nel mio ruolo di assessore stanno giocando un ruolo strategico e silenzioso in questa direzione. Al sistema di protezione affiancano progetti cogestiti con le associazioni e gli enti no profit territoriali, con la collaborazione delle imprese, dei commercianti, delle scuole.

Abbiamo a Genova negozi sociali che ridistribuiscono beni alimentari di prossima scadenza, appartamenti in coabitazione tra persone anziane sole, banche del tempo, dove le persone scambiano competenze. Questi sono solo alcuni esempi di attività che vedono protagonisti alla pari, cittadini attivi, enti del Terzo settore, ente pubblico, alleati nell’affrontare la povertà, la solitudine, le difficoltà educative, la non autosufficienza. Sono consapevole delle difficoltà che attraversano i servizi sociali, consapevole del crescere dei problemi sociali a cui non si riesce a dare risposte. Ma ho visto la soddisfazione negli occhi e nelle parole degli operatori che mi raccontavano i progetti ed è su questa soddisfazione che dobbiamo investire.

Oltre ai progetti realizzati con i servizi sociali, esistono molte altre esperienze di prossimità, intercultura, cittadinanza attiva, realizzate con la partecipazione dei Municipi, dei servizi scolastici ed educativi, dei giardini, dei Musei e delle Biblioteche cittadine. Sono convinta che sia una priorità per il Comune sviluppare e sostenere gli interventi di prossimità, mettendo a disposizione le proprie risorse.

Fonte: sulleormedidongallo-genova.blogautore.repubblica.it