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Un articolo di Gianfranco Marocchi sul lavoro di Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà che ha ideato, sostenuto e diffuso lo strumento del “Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni“.

Uno strumento che quattro anni fa non era ancora stato concepito e sino a due anni fa non aveva ancora una concreta traduzione amministrativa approvata da un comune italiano: oggi coinvolge 104 comuni italiani ed ha originato oltre 420 Patti di Collaborazione, accordi cioè che prevedono l’impegno comune di cittadino o organizzazioni di terzo settore e di istituzioni per perseguire una finalità di interesse generale. La prima adozione del Regolamento è stata fatta del Comune di Bologna nel 2012 fa ed ha già generato oltre 200 patti di collaborazione in pochi anni!

La formula è semplice: un soggetto (cittadini, associazione, cooperativa) individua un bisogno sociale (ad esempio l’animazione di uno spazio pubblico, la manutenzione di un giardino, il decoro di una via, la restituzione alla cittadinanza di un edificio dismesso,…) e si propone di farsene carico; chiede all’ente locale un supportoquesto origina appunto un patto tra proponenti e Comune e quindi la presa in carico, da parte della società civile, del bisogno sociale individuato.

Questo tema sarà al centro anche della Biennale della Prossimità del giugno 2017, che non a caso si svolge a Bologna, durante la quale si accoglierà anche l’incontro annuale degli oltre 200 patti di collaborazione nati in quel territorio dal Regolamento approvato nel 2012.

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