fbpx

Le mostre delle Biennale della Prossimità

La mostra fotografica collettiva che svela occhi e volti dietro i portoni di via Milano
E’ iniziato tutto con un laboratorio fotografico alla Casa del Quartiere qualche anno fa, prima della pandemia. Il primo risultato era stata una mostra collettiva “Comparto Milano” dove i fotografi avevano raccontato, ognuno con il proprio sguardo, il quartiere di Via Milano, scoprendolo attraverso architetture, eventi, dettagli, poco tempo prima delle trasformazioni che la via avrebbe subito.
La seconda fase del progetto era raccontare le storie delle persone che in questo quartiere abitano, realizzando quindi dei reportage che raccontassero la complessità di questa via e le tante sfaccettature che la compongono partendo da chi, quotidianamente, la rende viva.
Grazie all’intermediazione della Casa del Quartiere, sei fotografi sono entrati in contatto con le famiglie, ne hanno ascoltato le storie, e hanno tradotto fotograficamente le loro vite, accompagnando le immagini ai racconti e alle loro suggestioni.
Prende forma così “Via Milano casa mia”, dopo due anni dall’inizio del progetto, interrotto a causa del Covid, una mostra di quasi sessanta fotografie che esplora diverse realtà immerse nel tessuto urbano e sociale della via.
Ciascun fotografo ha il proprio modo di vedere la realtà, il proprio linguaggio, ciascuno ha scelto il proprio approccio alla narrazione. C’è chi ha visto in bianco e nero, chi a colori. Chi ha puntato l’obiettivo sui gesti e sugli sguardi, chi sugli oggetti che diventano simboli di un percorso personale. In tutti i progetti ci sono stati sintonia, rispetto, voglia di conoscersi e di confrontarsi, e di raccontarsi.
Due elementi importanti uniscono questi sei fotografi: la grande umanità ed empatia che li hanno portati ad aprire le porte di case fino a poco fa sconosciute e che oggi insieme diventano un grande romanzo di vite. Grazie a loro, varcheremo tutti noi le soglie di queste abitazioni e tutti noi ci sentiremo parte di queste famiglie, condividendone le gioie, le aspettative, i dubbi ed i sogni, in un processo che parte inevitabilmente dal passato, sfiora il presente e ci proietta nel futuro.
Mostra curata da Luisa Bondoni

La mostra dal 10 al 12 giugno sarà allestita presso la “Sala Palestra” del Centro Artigianelli di via Piamarta.

 

Ci sarebbero molte cose da dire sulla cura che oggi riserviamo alla nostra casa comune, ancora di più ci sarebbe da discutere su quella che non le riserviamo.
Il tema dei cambiamenti climatici, della sostenibilità, degli sprechi è davvero ampio, troppo vasto per pensare di avvicinarsi con un assetto tradizionale; è proprio nello stile di approccio che dobbiamo cominciare a mettere in atto quello che Papa Francesco ci consegna nella
“Laudato si”: per comprendere al meglio la gravità del problema (e quindi per comprenderlo veramente), bisogna avvicinarsi a esso con una visione integrale ed integrata, che tenga conto di tutti gli aspetti della questione, ma soprattutto che tenga conto del fatto che tutto è collegato, che una cosa deriva dall’altra e al contempo ne è parte integrante; è questo il più
grande insegnamento che il Pontefice ci dona nell’Enciclica.
La mostra raccoglie questa sfida, la sfida di riconoscere che esiste un problema, e cercare, nel modo che sia il più chiaro possibile, di darne una visione non completa (sarebbe impossibile) ma poliedrica, mostrando così le diverse facce con cui esso si manifesta. La mostra è solo l’inizio di uno studio, studio al quale è doveroso, per affrontarlo al meglio, approcciarsi con un’ottica processuale (quindi sempre pronta a sconvolgimenti e miglioramenti) che tenga conto della vastità del fenomeno e della sua proporzionale rilevanza.
Un’aria nuova si respira; sembriamo essere usciti da quella
”Indifferenza globalizzata” che ci aveva soggiogato rendendoci inattivi per comodità; ora il tema dei cambiamenti climatici è molto discusso, suscita molto interesse, ma non sarà mai abbastanza, è tempo di agire. Spetta a noi agire. Non è questo il luogo per fare appello alla politica perchè adotti un ottica integrata nelle sue decisioni, dobbiamo rivolgerci innanzitutto a noi stessi, diventare noi elemento attivo del cambiamento, migliorando le nostre abitudini, i nostri acquisti, non spegnendo mai quella fiamma d’indignazione che per molti si è accesa solo negli ultimi anni. Come dice Papa Francesco nell’ Enciclica “questo sistema uccide” ma questo sistema non è fatto altro che da persone, sta a noi cambiare le cose, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità di abitanti e di ospiti del pianeta e non rimane tanto tempo per farlo.
La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto d’amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. […]I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.Laudato si’ n.13

Mostra messa a disposizione dall’Ufficio PastoraleSociale e del Lavoro della Diocesi di Bergamo.

La mostra è allestita dal 10 al 12 giugno presso il Centro Artigianelli nello spazio continuo all’auditorium Capretti.

Lo spazio espositivo accoglie i materiali relativi ad un percorso progettuale partecipativo per la riqualificazione urbana della Via Vittorio Veneto a Brescia.
Il processo partecipativo, promosso dall’assessorato alla mobilità del Comune di Brescia, si è articolato in cinque incontri-laboratoriali e un’assemblea pubblica, gestiti da Urban Center Brescia, da settembre a dicembre del 2021 e ha visto la partecipazione del Consiglio di quartiere Sant’Eustacchio, del comitato di quartiere Sant’Eustacchio e dell’Associazione dei commercianti e professionisti della zona. Dagli esiti della partecipazione, nei mesi successivi, è stato sviluppato il progetto esecutivo i riqualificazione della via, di cui in mostra sono esposti alcuni disegni e foto-simulazioni della via riqualificata.

La mostra dal 10 al 12 giugno sarà allestita presso la “Sala Tebaldini”  (accanto a Sala Baldo) del Centro Artigianelli di via Piamarta.

Come già fatto nelle due edizioni precedenti, la Biennale della Prossimità presenta (venerdì 10 ore 14 – 16, presso l’auditorium Capretti agli Artigianelli) una ricerca, curata da Carlo Andorlini e Laura Bongiovanni, sulle “ricorrenze” delle esperienze di prossimità del nostro Paese, sugli aspetti che quindi tendiamo a ritrovare simili in territori e ambiti di attività diversi.

Quest’anno accanto all’attività di ricerca si è raccolto materiale fotografico relativo alle esperienze stesse, nel tentativo di affiancare la riflessione con un linguaggio visuale in grado di restituirci clima e sensazioni delle esperienze studiate.

Un viaggio nell’Italia della prossimità che ci porta da Modena a Novara, da Ancona a Padova, da Triente a Bologna, alla scoperta di volti e pratiche prossimità: spazi riqualificati che riprendono vita a servizio della comunità, esperienze di attivazione della cittadinanza, nuove e inattese economie e molto altro nelle 20 esperienze raccontate dalle foto.

 

Tutto questo si ritrova in una mostra allestita dal 10 al 12 giugno presso il Centro Artigianelli fuori dall’Auditorim Capretti.