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Un mercato diverso. Lillero nasce in un noioso caldo pomeriggio della sessione estiva 2014: il classico colpo di testa di una studentessa di 23 anni. L’idea era quella di organizzare un mercato del baratto che fosse facilitato dall’utilizzo di una moneta alternativa, che venne chiamata Lillero, perché in Toscana si dice “Senza lilleri non si lallera!”, mentre con quei Lilleri speciali si doveva lallerare eccome. Il funzionamento è semplice: le persone portano i loro oggetti da scambiare in alcune date precedenti ad un giorno prestabilito per un mercato, gli oggetti vengono valutati in Lilleri e il corrispettivo dato immediatamente al donatore, mentre l’oggetto, con tanto di cartellino, viene messo da parte in un magazzino. Durante le date di apertura del mercato, gli oggetti raccolti vengono esposti in un vero e proprio negozio temporaneo, in cui le persone possono andare per comprare ciò che più gli piace solo ed esclusivamente usando i Lilleri. Tutto ciò è stato realizzato per la prima volta a Natale 2014, con il mercato allestito all’interno del Polo Culturale Artemisia di Capannori, trasformato per due giorni da biblioteca a negozio. La mission di Lillero risulta quindi chiara: costruire un’economia sostenibile, basata sul riuso e sull’inclusione di persone che altrimenti rimarrebbero ai margini della società.

Il Comune ci crede. Il Comune di Capannori aveva creduto nel progetto e aveva stanziato i (pochi) fondi necessari per coprire le spese. E aveva fatto bene: il mercato riscosse un buon successo fin dalla prima edizione e fu quindi ripetuto a Natale 2015, 2016,2017 e 2018. A Marzo 2019 Lillero aprirà un negozio fruibile quotidianamente, grazie alla campagna di crowdfunding (www.eppela.com/lillero) vinta a seguito del percorso previsto dal progetto Circularicity promosso dal Comune di Capannori.

Il gruppo si estende. Il gruppo che realizzò l’evento era composto dall’ideatrice, sua sorella, le sue migliori amiche coi fidanzati. Oggi il gruppo dei promotori si è allargato anche a ragazzi provenienti da diverse realtà associazionistiche presenti sul territorio, che hanno fatto crescere il progetto, estendendone i confini, includendo un percorso di aggregazione ed integrazione per i volontari del negozio, che sono ragazzi provenienti da realtà diverse: studenti, disabili, ragazzi a rischio drop-out o rifugiati politici. Lillero, che inizialmente era nato come l’idea portata avanti da un gruppo di amici, è ancor oggi un gruppo di amici ma che è cresciuto aggregando persone che strada facendo si sono unite al progetto perché si riconoscevano nei suoi valori e nelle sue finalità. Non sono più soltanto Violetta e le sue amiche, ma si sono aggiunti, diventando due nuovi responsabili, Matteo e Iacopo, educatori sociali, e Laura e Irene che collaborano per l’organizzazione e la gestione delle attività. Vi sono oggi circa 20 volontari che collaborano operativamente in tutte le attività che è necessario portare avanti come la valutazione degli oggetti ricevuti, l’immagazzinamento degli oggetti e gestione del magazzino, la cura del negozio, la gestione del cliente. Anche molte associazioni chiedono di poter collaborare, utilizzando il lavoro da “volontario lilleroso” come percorso educativo per alcuni dei loro ragazzi. Il numero di clienti è cresciuto rapidamente, arrivando a quasi 500, numero potrà incrementarsi ulteriormente con il negozio fruibile quotidianamente.

I volontari, che “lavorano” nel negozio: ragazzi provenienti dalle scuole, dalle università e da tante altre realtà (studenti a rischio drop-out o con situazioni familiari difficili, rifugiati politici, disabili). Collaborando alla gestione del negozio si entra a far parte di un ambiente inclusivo ed accogliente, dove sentirsi utili, crescere e divertirsi, in un’esperienza che accresce sia dal lato umano che da quello più tecnico (dovendo di fatto imparare lo stare al pubblico e la cura di un negozio). I volontari possono uscire dai loro confini, incontrando altri ragazzi provenienti da ambienti diversi da quelli che sono abituati a frequentare. Possono fare amicizia e sentirsi parte integrante di un ecosistema di accoglienza, in cui la loro presenza fa la differenza ed è parte fondamentale per tenere in moto il progetto. Possono sentirsi apprezzati e coccolati dai “clienti” che riconoscono il loro impegno e valore.

I “clienti”: chiunque abbia voglia di vivere un’economia diversa e circolare, in cui è possibile portare avanti un consumo sostenibile, sperimentare la gioia del dono e dell’incontro (i momenti più belli sono quelli in cui qualcuno riconosce un oggetto che ha donato che viene scelto da qualcun’altro e nasce un incontro “ehi quello l’ho portato io!” “dai, mi piace un sacco! Come ti chiami?”). I “clienti” si sentono inclusi in una rete di solidarietà e gioia. Lillero crea inclusione, attimi di spensieratezza e gioco.

Le criticità principali sono le seguenti:

Il tempo: ahimè, come in tante delle cose che si fanno, i risultati potrebbero essere ancora migliori se ci fosse più tempo disponibile. Purtroppo Lillero non permette di guadagnare da vivere, e quindi è un’attività che viene portata avanti solo dopo le 18 dei giorni feriali e nei weekend. Potersi dedicare completamente a questo progetto permetterebbe di ampliarne i confini, di far crescere più velocemente le collaborazioni, di portare avanti più attività affini (laboratori di riciclo/riuso, collaborazioni con le scuole etc… )

Lo spazio: la nostra principale difficoltà è stata quella di trovare uno spazio per aprire il negozio, quando abbiamo deciso di non essere più soltanto un evento occasionale, ma di essere fruibili quotidianamente. Non avendo delle entrate, impossibile sostenere un affitto. L’idea era quella di convincere qualcuno a darci uno spazio inutilizzato a disposizione gratuitamente, in cambio della manutenzione e della cura dello stesso… ma non è stato possibile! Ad oggi abbiamo uno spazio di una parrocchia che ci viene dato ad un prezzo forfettario.

Il metodo di valutazione degli oggetti: la valutazione viene fatta con il metodo della “contrattazione marocchina”, ma in vista di un negozio fruibile quotidianamente risulta importante e necessario standardizzare il modello. Per questo stiamo cercando un accordo con le Università: il progetto potrebbe essere sviluppato come tesi di ricerca.

La sostenibilità. Adesso che Lillero sarà in sede fissa, il costo dell’iniziativa cambia notevolmente, con pro e contro. Sicuramente avere un negozio del baratto fisso significa:

  • niente più fatica nel montaggio/smontaggio del negozio temporaneo per ogni evento;
  • niente più fatica nel trasferimento del materiale raccolto da magazzino a negozio temporaneo e poi a fine evento da negozio temporaneo a magazzino.

A livello di tempo si riduce quindi al dover gestire il negozio durante l’orario di apertura (che sarà per ora quello di un giorno a settimana, durante il weekend). Il progetto per ora non si sostiene dunque da solo, anche se si conta, una volta aperti, e con la crescita, di attirare l’attenzione di finanziatori, sponsor e di ampliare la gamma di servizi offerti, dietro pagamenti a prezzi popolari. Fondamentale sarà mantenere sempre il mercato accessibile solo in Lilleri. I costi, con il nuovo assetto di un negozio con sede fissa, è stimato in circa 4 mila euro; questi oneri sono ad oggi recuperati tramite tessere annuali per registrarsi come “cliente lilleroso” e poter così accedere al negozio e comprare esclusivamente in Lilleri (10 euro); a ciò in futuro si potranno aggiungere l’organizzazione periodica di mercati in cui realtà artigianali di riuso, zerowaste etc possono vendere e far conoscere i loro prodotti e laboratori di riciclo, riuso (corsi di sartoria, di “aggiustatutto” etc.) a prezzi popolari.

La leadership. A livello decisionale, esiste un gruppo di 5 persone che si riunisce periodicamente (con una frequenza che dipende dal livello di attività da portare avanti in quel periodo) e stabilisce gli obiettivi di breve e lungo termine, che vengono poi condivisi coi volontari. Tra i 5 leader i ruoli sono attribuiti implicitamente a seconda delle caratteristiche di ciascuno: c’è chi è più bravo nel gestire i volontari, e quindi si impegna nel motivarli e costruire il gruppo; chi è più bravo nella comunicazione e quindi cura i social della associazione (ue www.facebook.com/lilleroverobaratto) o chi è più bravo nei lavori manuali e quindi si prende a carico la responsabilità di coordinare le attività di allestimento e cura del negozio.

Testimonianze

  • Denise: “Ci vado da due anni, e credo che sul territorio di Capannori una realtà come questa non solo sia un valore aggiunto ma assolutamente motivo di emulazione da parte di altri comuni e territori. Se fossimo un po’ tutti come questi ragazzi il mondo sarebbe un pianeta migliore.”
  • Silvana: “Ogni volta che ho partecipato agli eventi del Lillero ho vissuto un’ esperienza di libertà. Sembra strano , ma è questa la sensazione che ho provato. E penso che avere un luogo fisico dove poter scambiare oggetti ogni volta che si vuole sia non solo conveniente economicamente, non solo appagante e piacevole, ma un segno profondo di civiltà.”
  • Alda: “Ho partecipato tante volte negli ultimi 3 anni ed è una soddisfazione vedere le cose che porto avere sempre vita grazie a voi. Ho visto i miei bimbi impazzire di gioia donando i loro giochi e vederli prendere da altri bimbi e viceversa!!”

La cronologia del progetto

  • Estate 2014: Ideazione del progetto e presentazione, come privata cittadina, al Comune di Capannori.
  • Autunno 2014: Il Comune di Capannori decide di appoggiare l’iniziativa e, affidando il progetto (solo sulla carta) ad un associazione già operante sul territorio, stanzia i fondi per la sua realizzazione.
  • Natale 2014: L’evento viene realizzato una prima volta nel weekend del 20 e 21 Dicembre. Dato il successo ottenuto, il Comune di Capannori decide di mettere a budget i fondi per la realizzazione dell’evento natalizio ogni anno: il mercato del baratto viene quindi riaperto a Natale 2015,2016, 2017 e 2018.
  • Primavera 2017: Il Comune di Capannori presenta il progetto Circularicity: un percorso guidato di accelerazione delle idee, che permetterà alle idee selezionate di accedere ad un crowdfunding civico facilitato: se si raggiungerà la metà dei fondi necessari tramite crowdfunding su Eppela, il Comune provvederà a stanziare la seconda metà, fino ad un massimo di 5000 €.
  • Giugno 2017: Lillero è uno dei 5 progetti selezionati per accedere al crowdfunding di Eppela previsto dal percorso Circularicity.
  • Autunno 2017: realizzazione di eventi per far conoscere Lillero e raccogliere fondi per la campagna di crowdfunding. Per il primo anno abbiamo realizzato una versione autunnale del mercato e una pesca di beneficienza lillerosa, abbiamo partecipato a Bright-La notte dei ricercatori 2017, siamo andati per biblioteche e supermercati con il nostro stand per farci conoscere. I risultati ci sono stati: a Novembre 2017, qualche giorno prima del termine della campagna, abbiamo raggiunto dai nostri sostenitori 3000€. Il Comune di Capannori ha quindi stanziato l’altra metà, per un totale di 6000€ raccolti.
  • Anno 2018: ricerca (disperata) di uno spazio dove aprire il negozio che si conclude in autunno con l’accordo con il parroco di una parrocchia della zona Sud di Capannori.
  • Gennaio 2019: costituzione dell’associazione Lillero APS
  • Inverno 2019: inizio dei lavori nello spazio identificato per l’apertura del negozio: tinteggiatura pareti, allestimento mobilia etc. Ogni weekend.
  • 31 Marzo 2019: Inaugurazione del negozio Lillero.